Certamente Ana Maria de Jesus
Ribeiro, possedeva un fascino ed un carattere davvero eccezionali
per la sua epoca. E’ necessario visitare i luoghi dove ha vissuto
la sua prima giovinezza per capire quanto una giovane donna, quasi
una bambina, potesse essere tanto determinata in un luogo, un
ambiente davvero magnifico ma ostile, che presenta ancora oggi
(nonostante la presenza di strade e di mezzi moderni), notevoli
difficoltà di vita e lunghissime distanze da percorrere.
Nata il 30 Agosto del 1821 da Bento Ribeiro da Silva e Maria de
Jesus Antunes, ebbe nove fratelli e sorelle, e mostrò ben presto
la forza del suo carattere, soprattutto dai dodici anni, quando,
rimasta orfana del padre, dovette dedicarsi ai più umili lavori
per aiutare la famiglia.
Quasi nello stesso momento il fratello di suo padre, Antonio, un
attivista repubblicano, fu arrestato dai monarchici, ma riusci a
fuggire e si rifugiò nella cittadina di Laguna, dove Ana Maria
viveva, e le sue storie di vita alimentarono la vocazione della
ragazzina per questa causa.
Intanto il suo corpo, ormai gia maturo a 13 anni, attirava molti
uomini e dopo qualche spiacevole episodio, per evitare di essere
violentata, la ragazzina si rivolse alla Polizia, che però, dati
i tempi ed i luoghi, non fece quasi nulla. Così la madre decise
di farla sposare con Manuel Duarte Aguiar, un calzolaio che
avrebbe potuto anche aiutare la famiglia con il suo lavoro. Costui
però era un ubriacone e professava idee monarchiche esattamente
opposte a quelle di Ana Maria. La fanciulla rifiutò, ma infine
dovette cedere comunque e sposarsi per aiutare la famiglia.
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Il matrimonio fu disastroso e neppure consumato. La ragazza era
davvero determinata ed i litigi per la politica locale la fecero
precipitare in un baratro di malcostume... restò a Laguna, ma si
dedicò soprattutto a cavalcare ed ai bagni sulle magnifiche
spiagge locali. Tre anni più tardi Manuel si arruolò
nell’esercito imperiale nemico, lasciando sia la città che la
giovane sposa.
Nel frattempo Giuseppe Garibaldi, ormai trentaduenne e generale
della marina repubblicana, giunse a Laguna con piccole navi
trasportate via terra per attaccare di sorpresa la flotta
imperiale. Qui conobbe la ragazza presso una fontana. Ne
apprezzò le idee, il carattere forte, ed iniziò a frequentarla
proprio nei giorni intorno al 29 luglio 1839, quando venne
proclamata la Repubblica Juliana (da julio, luglio), con i colori
bianco rosso e verde, che comprendeva gli stati di Santa Catarina,
il Parana’ e parte di Sao Paulo a nord, mentre a sud c’erano il
Rio Grande do sul ed un appoggio concreto, politico e militare da
parte dell’Uruguai. Naturalmente la cosa avrebbe interessato anche
le zone dell’interno, compreso il Mato Grosso do Sul, formando
cosi’ una nazione piuttosto grande e ricca di risorse naturali..
Quando il generale venne invitato da un conoscente a bere un
caffè nella casa di Ana Maria, nacque l’amore tra i due, e
Garibaldi le disse che in italiano il diminutivo di Ana era
Anita... probabilmente un vezzeggiativo storico, perché il
diminutivo di Ana dovrebbe essere Annina... comunque nacque il
nome di Anita. |
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I due si conobbero con varie
vicende, insegnando l’uno per l’altra le tecniche militari e le
differenze di costume (famoso e’ il fatto che Giuseppe Garibaldi,
fino ad allora non sapesse cavalcare), mentre la guerra procedeva
lentamente, al contrario della carriera di Anita, che divenne in
breve una figura importante nell’esercito repubblicano. Contro il
parere di Garibaldi divenne comandante del gruppo logistico dei
rifornimenti e dell’infermeria. Purtroppo nello stesso tempo i
repubblicani, privi di aiuti sufficienti si stavano rendendo
antipatici alla popolazione locale per i furti e le violenze che i
comandanti non sapevano controllare. Inoltre Garibaldi aveva uno
spirito troppo indipendente per i suoi superiori, che non potevano
farne a meno per le sue capacità militari e le idee innovative,
ma lo odiavano e lo invidiavano per il suo carattere così
determinato.
Intanto la guerra si era trasformata in resistenza, tra alti e
bassi e con perdite notevoli da entrambe le parti durante numerose
battaglie. Anita venne ferita alla testa in modo superficiale, ma
se la cavò senza grandi problemi e decise di tornare a
combattere.
Durante la battaglia navale di Imbituba il comandante degli
imperiali del nord venne ucciso e la flotta si ritirò in attesa
di rinforzi. Una fortuna per Garibaldi, che in mancanza di viveri
e munizioni tornò a Laguna. Ormai senza soldi però i
repubblicani si inimicarono gli abitanti del posto, sequestrando
loro ogni bene necessario, mentre lo stesso generale non riuscì
ad impedire violenze ed atti di vandalismo da parte delle milizie.
Durante questi episodi Anita non era presente e l’unione con
Giuseppe divenne spunto per la popolazione per alimentare l’odio
contro i repubblicani.
Garibaldi fece di tutto per mandare la sua amatissima Anita
(diciottenne) al di fuori di una situazione sempre più
impossibile, ma lei non volle abbandonare la lotta. Ormai, con gli
imperiali alle porte via terra ed una popolazione ostile, i
repubblicani lasciarono la zona ed il 14 dicembre del 1839 si
diressero nell’entroterra, a Santa Vitoria. |
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Può apparire incredibile, ma furono
questi giorni di calma che permisero ai due di dormire per la
prima volta nello stesso letto. Fu in quei giorni che Garibaldi
conobbe lo zio Antonio, che avrebbe in seguito avuto un ruolo
importante anche per l’unita’ d’Italia. Passarono il Natale
insieme, ma la cosa non durò a lungo...
Il 13 gennaio del 1840 gli imperiali del nord attaccarono ancora,
ed Anita che era responsabile delle munizioni venne leggermente
ferita di nuovo, ma questa volta venne anche catturata. Giuseppe
Garibaldi quasi impazzì... non aveva notizie della sua amata ma
aveva anche la responsabilità per i suoi soldati.
Intanto gli uomini dell’Impero, trovandosi di fronte ad una donna
così combattiva e determinata, cercarono di umiliarla in ogni
modo, ma, quella che in fondo era ancora una ragazzina, riuscì a
resistere ed affermare le proprie convinzioni. Nessuno in quei
tempi aveva visto una donna combattere, in quel modo poi... tanto
che riuscì a fuggire e raggiungere i suoi.
Ma la guerra stava andando sempre peggio per il sud, ed i
repubblicani si ritirarono dallo stato di Santa Catarina il 18
marzo 1840, riparando nel Rio Grande do Sul. In quel luogo si
trovava un altro italiano... Luigi Rossetti. Egli stava
organizzando una campagna di aiuto per i repubblicani e trovò una
grande intesa con le idee della ragazza. Amico di Antonio, si mise
in mostra nella battaglia di Taquari. La stessa Anita avrebbe
voluto partecipare, ma il Generale Bento Gonçalves, comandante
supremo glielo vietò in quanto la ragazza stava assumendo un
carisma utilissimo alle sue forze armate, ed inoltre era gravida
da almeno cinque mesi.
Per lo stesso motivo le fu impedito di partecipare alla battaglia
di Sao Jose’ do norde, (16 luglio), ed il 16 settembre 1840, in
Sao Luiz nacque Menotti, il primo figlio di Anita. |
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Ma
l’episodio più incredibile sulla forza di questa ragazza fu
quando gli imperiali tentarono di rapirla di nuovo per ricattare
Giuseppe Garibaldi. Uccisero alcune guardie ma lei fece in tempo
ad infagottare il bambino di soli dodici giorni, montare a cavallo
e fuggire, seminando gli inseguitori. La ritroveranno gli amici
dopo quattro giorni... stremata ma salva.
Intanto, dopo qualche tentativo di riappacificazione senza
successo, i repubblicani furono costretti a ritirarsi
ulteriormente nell’interno dello stato... una disfatta completa.
Qui Luigi Rossetti morì in un combattimento di retroguardia,
mentre nella migrazione anche molte donne e bambini morirono per
la mancanza di ogni cosa essenziale. Fame, pioggia, freddo, con
l’esercito imperiale che incalzava. Garibaldi fu costretto ad
uccidere gli ultimi cavalli per fornire un po’ di cibo, ed a Sao
Gabriel (Vicini all’Uruguai) liberò i suoi uomini e fece
disperdere quel che restava dell’esercito, portando la famiglia a
Montevideo.
Ma la rivoluzione del sud continuò per altri quattro anni, con
guerriglie che terminarono solo nel 1845. Ed ancora oggi (2004), a
piu’ di 160 anni di distanza gli stati di Santa Catarina e del Rio
Grande do sul, conservano uno spirito indipendentista che si
manifesta soprattutto con monumenti e feste dedicate alla
“Repubblica Juliana”.
Gli eroici gesti di Anita, gia’ conosciuti e particolarmente
apprezzati dalla comunità di immigranti italiani in Uruguai, non
bastarono comunque a sostenere la famiglia. L’attività’ di
professore di Giuseppe non era economicamente sufficiente, tanto
piu’ che Anita era gravida del secondo figlio. Inoltre in quei
tempi Garibaldi sosteneva la parità di diritti tra uomini e
donne, e la cosa non piaceva ai politici locali.
La situazione si fece tanto grave che il Generale venne costretto
a riconciliarsi con quello che era diventato l’Impero Brasiliano e
che ora minacciava rappresaglie contro lo stesso Uruguai. Il
Governo di Montevideo lo ricompensò nominandolo Colonnello
dell’esercito e fornendo alla famiglia una migliore posizione
economica. |
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Il 28 Marzo del 1842 Anita e
Garibaldi ufficializzarono la loro unione nella parrocchia di San
Bernandino, in Montevideo. Con questo documento storico, Anita,
che ancora usava il nome di Ana Maria de Jesus Ribeiro, venne
proclamata (segretamente) eroina della città di Laguna nello
stato brasiliano di Santa Catarina. Nel 1998... 156 anni piu’
tardi il documento originale fu di grande importanza per
autorizzare il riconoscimento ufficiale del suo eroismo come
brasiliana nata in Laguna.
Garibaldi tornò in Italia e mentre iniziava ad organizzare il
piano con il Conte di Cavour per l’unita’ d’Italia, Anita diede
alla luce una figlia... Rosita.
Non ci sono tracce certe su una presunta avventura amorosa di
Giuseppe con una certa Maria Esteche (spagnola), ma Anita soffri’
molto per questa notizia, fino ad ammalarsi. Dopo otto mesi pero’
Giuseppe tornò a Laguna ed i due si riappacificarono. Il 22
febbraio 1845 nacque Terezita, ed il 4 febbraio 1847 nacque il
figlio Ricciotti.
Rosita aiutò molto la mamma per la crescita di Menotti e
Ricciotti, che finirono di diventare ufficiali dell’esercito
garibaldino durante l’unificazione dell’Italia. Poi
improvvisamente morì e la sua morte inesplicabile pose Anita in
un profondo stato di depressione, così finalmente si lasciò
convincere a partire per l’Europa.
A bordo della nave, accompagnata dai tre figli rimasti, Anita vide
l’America per l’ultima volta. Dopo 60 giorni di viaggio, il 2 di
marzo del 1848 sbarcò a Genova, dove venne ricevuta da circa
tremila persone festanti. Omaggiata da tante bandiere tricolori,
fece un breve discorso in italiano che venne diffuso in forma di
elogio da tanti giornali.
L’8 di marzo Anita si recò dalla suocera, a Nizza, dove Giuseppe
la raggiunse il 21 di giugno, ricevendo omaggi ed onori, ma la
vita avventurosa dei due era destinata a continuare.
Il 9 febbraio 1849 furono a Roma per partecipare alla
proclamazione della Repubblica Romana, ma già il 26 dello stesso
mese erano a Rieti, per cercare di evitare che Roma fosse
attaccata, ma senza successo. Così tornarono a Nizza e finalmente
per due mesi visssero in pace per la prima volta. Ma solo 60
giorni, perché Garibaldi con i suoi legionari volle partecipare
alla difesa di Roma e la moglie lo seguì nonostante fosse di
nuovo incinta e non stesse bene. |
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Dopo la storica ritirata da Roma
recandosi per Venezia, accompagnati da Padre Ugo Bassi e dal
colonnello Leggero che aiutarono molto la donna in quella regione
durante quella che venne chiamata “la trafila”... una vera e
propria caccia dei militari nemici a Garibaldi. Il Sacerdote venne
catturato con altri garibaldini e fucilato, mentre Anita riuscì a
rifugiarsi nella cascina “Guiccioli” in prossimità di Ravenna.
Purtroppo stava malissimo ed alle 19.45 di sabato 4 agosto 1849
morì a soli 28 anni (non si conoscono le cause precise), ma
incredibilmente la sua storia continuo’... i suoi resti furono
sepolti e riesumati ben sette volte da vari gruppi di contendenti
durante i 10 anni in cui Garibaldi si trovo’ in esilio. Infine
venne sepolta a Roma, ma ci sono varie versioni sul fatto che il
marito volle seppellirla di nuovo, in segreto, da qualche parte in
Sardegna. |
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Giuseppe Garibaldi tornò a Torino e concluse le trattative con il
Conte di Cavour, arruolò i mille garibaldini con le camicie rosse
tipiche del suo esercito e partì da Genova verso Marsala, da dove
iniziò l’unita’ d’Italia. |
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Giancarlo Frecchiami
Dati storici a cura di : Segreteria alla Cultura della Citta’
di Laguna
Museo della Repubblica Juliana
Foto di : Victor Hart & Giancarlo Frecchiami
Si ringraziano il Prefeito (Sindaco) della Citta’ di Laguna ed
il Direttore della Segreteria alla Cultura per la gentile
collaborazione prestata e per i mezzi posti a disposizione. |
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