Terra in vista e finalmente un Porto
Seguro
di Giancarlo Frecchiami
foto di Victor Hart
Cosa
e’ piu’ facile di così per capire i sentimenti di quei marinai in
preda alle tempeste atlantiche su “gusci di noce”. Facile che il
posto si chiami Porto Seguro. Era l’inizio del reame portoghese
del re Manoel 1º, intorno al 1.500, volendo salvare “la pelle”
almeno fino ai 35 o 40 anni, cosa non facile per quei tempi, i
marinai trovarono un porto sicuro, dove le grandi onde erano
abbattute dagli scogli e diedero quel nome alle prime case, poi ad
una piccola città ed a quella che oggi e’ una meravigliosa
località turistica nel nordest del Brasile, a soli 128 chilometri
a sud di Bahia do Salvador.
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Furono 13 piccole navi a viaggiare
per il luogo, partendo da Capo verde (già colonizzato) e dal
Senegal con un primo carico di schiavi neri, ma ne arrivarono solo
12 perché una fece naufragio. Le tempeste le costrinsero ad
impiegare ben 42 giorni di viaggio per la traversata atlantica
(oggi una nave da crociera ne impiega solo 6) Finalmente il 22
Aprile del 1522 il comandante Pedro Alvarez Cobral raggiunse la
terra e, dopo un breve combattimento con indios ostili (tribù
tupininquis) riuscirono finalmente a sbarcare. Nei nove giorni
seguenti, avendo gia’ dimostrato la loro forza, il vicecomandante
Nicolau Coelho riuscì ad ottenere un trattato di pace, anche
perché era giunta notizia che altri gruppi di europei (olandesi e
tedeschi) avevano conquistato le terre piu’ a nord.
Negli anni seguenti i vari tipi
umani iniziarono a mischiarsi. Europei, schiavi africani, ed un
nucleo di emigranti giapponesi si fusero, importando anche le loro
tradizioni. Ma i portoghesi erano di gran lunga superiori come
numero e con poche battaglie riuscirono a confinare francesi ed
olandesi nell’estremo nord, in quelle che oggi si conoscono come
Guiane. Intanto la chiesa cattolica, nelle vesti di frate Henrique
de Coimbra iniziò la propria conquista, celebrando la prima messa
in Brasile, che a Porto Seguro continua ad essere orgogliosamente
celebrata ogni anno di fronte alla prima croce (vecchia di oltre
500 anni).
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Tutto questo, ha reso cosmopolita e
variegato il posto. Le religioni sono molteplici, i monumenti
dedicati a tutto e persino al loro contrario La città e
estremamente variegata, piena di scorci, parchi, isolette di
sogno, oltre all’artigianato ed alla presenza di una natura
spettacolare con alberi centenari e fiori coloratissimi, tra il
mato atlantico (foresta) e 90 chilometri di spiagge bianche, dalla
sabbia finissima, piene di palme colorate su un mare veramente di
quel blu trasparente che... che... mettiamola così... dopo
trentacinque anni di giornalismo, non trovo le parole per
descrivere tutte queste bellezze, coadiuvate tra l’altro da una
moderna organizzazione in grado di rendere un vero paradiso il
soggiorno di ogni turista. |
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Come nel Paradise Water Park, il
maggiore dell’America latina con acqua di mare, ed in grado di
accogliere ben 5.000 persone al giorno con tutti i servizi ed i
divertimenti più moderni. Oppure l’isola degli acquari, con un
acquario gigante da 220.000 litri di acqua ed altri tre da 22.000
litri, dove vivono squali e tutte le specie marine locali. |
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Alla sera poi non si può perdere la
Passarela do Álcool, una delle maggiori attrattive della città che
occupa tutta la lunghissima avenida Portugal. Nelle case ex
coloniali sono stati ricavati negozi artigianali, ristoranti e bar
dove viene servita la famosa batida “Capeta”, tipica del luogo e
dove ogni sera viene allestita una coloratissima festa popolare,
con danze e show. Naturalmente e’ possibile gustare la cucina
bahiana, ma il ristorante di maggior successo e’ “Pastamore” di
Gaetano Trombetta, con uno chef altrettanto italiano, Paolo
Cipriani, che sanno rallegrare i cuori (e lo stomaco) con
splendidi piatti di pasta, proposti direttamente da una ragazza
che, ti prepara subito una cottura perfetta a base di grano duro
importato dall’Italia. La scelta viene inoltre facilitata da una
serie di fotografie esclusive delle varie ricette, proposte a suo
tempo dal mio amico Victor Hart
Ma c’e’ tantissimo altro da
descrivere su questa magnifica località, gli spazi sconfinati, i
magnifici paesaggi, le ragazze troppo belle per essere vere,
niente stress... ma ora non posso pormi a scrivere un libro intero
(come sarebbe necessario). Forse un giorno lo faro’, ma voglio
davvero tornare... e non solo per prendere dati per il libro.
Anche perché l’ospitalità presso la Pousada Bemvira’ de Flavão e
Lucrecia , simpaticissimi e disponibili ospitanti (presso Arraial
d’Ajuda, un lugar pertinho), sono state eccezionali.
Per ora credetemi sulla parola... val davvero la pena visitare il
“Paradiso” .
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Giancarlo Frecchiami
Foto di : Victor Hart & Giancarlo Frecchiami |
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