Nata il 24 Gennaio 1977, Italo Brasiliana è
sempre vissuta a Roma ma metà della sua famiglia vive tra Rio de
Janeiro e San Paolo. Questo la porta in Brasile da quando ancora
non aveva la coscienza di quello che le stava accadendo:
cresceva divisa tra due terre lontane per lei ugualmente
importanti amandone indistintamente le due lingue, le due
tradizioni, le due storie, le diversità culturali, sociali,
alimentari, climatiche.. Respirando da sempre in famiglia le
melodie, i suoni, gli stati d’animo…della musica popolare
brasiliana e scopertasi presto una vena compositiva ed autorale
istintiva, ha cercato di seguire e proteggere il proprio
feeling, senza ispirarsi a nessun autore in particolare, creando
inevitabilmente dentro di se un punto di equilibrio, una sintesi
che ha tradotto nel concetto di linea. Una linea che non
rappresenta altro se non il suo punto di confine tra le due
terre.
Dopo alcuni anni passati ad affinare la vena compositiva e lo
stile espressivo in viaggi, ascolti e concerti nei principali
jazz-club, Sandy ha impostato insieme a Claudio Pezzotta,
autore, musicista ed arrangiatore italiano da sempre affascinato
dalla nostra musica d’autore e dal jazz più raffinato, il suo
primo elegante lavoro discografico dal titolo “Sandy Müller”,
affidandolo per la realizzazione finale alle mani sapienti di
Marcelo Costa.
LINHA, sempre realizzato in Brasile e sempre prodotto da Marcelo
Costa, é il titolo del suo secondo lavoro. Pubblicato da
UNIVERSO e distribuito da SONY BMG Music, dall’18 maggio 2007 in
uscita presso tutti i rivenditori autorizzati.
“Linha”
è il titolo del nuovo (2°) album di Sandy Müller
uscito il 18 maggio 2007 e del singolo che ha dato avvio alla
promozione radio e web a partire dal 20 aprile.
Le
atmosfere soft, eteree e sognanti del primo album che hanno
contribuito, grazie soprattutto all’accattivante ed orecchiabile
bossa cool di “Não
tenho pressa”, a definire Sandy Müller
la nuova brezza sonora del Brasile, in questo nuovo album
si asciugano lasciando emergere, su di un humus pur sempre
brasiliano, nuove sonorità elettro-rock, melodie raffinate ed
incisive, ritmiche estroverse, energiche ed incalzanti,
strutture minimaliste associate a
contemporanee orchestrazioni europee.
Anche
l’interpretazione di Sandy si fa sempre più espressiva, duttile
e concreta; in due parole: matura e personale. Momenti
particolarmente toccanti (“Triste”, “Samba lento”, “Vorrei”,) si
alternano a momenti di lucidità introspettiva (“Filho”, “Saudade”,
“Monitor” e… “Linha”).
“Linha”
(letteralmente “Linea”) rappresenta per Sandy la linea di
confine tra una terra e l’altra.
Italo/brasiliana, Sandy Müller vive appunto sulla linea, il
punto di sintesi ed
equilibrio fra le due culture che l’hanno
formata. Tutto ciò Sandy lo dimostra attraverso il suo canto
che fluisce dal portoghese all’italiano e viceversa, senza
soluzione sonora di continuità, creando un magico unico
sound.
L’Album
contiene 13 brani di cui 12 inediti composti e scritti dal
binomio Müller/Pezzotta ed una suggestiva versione italiana del
brano “La Novità” di Gilberto Gil e Bi Ribeiro, Herbert Vianna,
João Barone,
tradotta
dalla Müller e Max De Tomassi.
Prodotto,
come il precedente, dal percussionista Marcelo Costa a Rio de
Janeiro, l’album vanta la partecipazione straordinaria di
numerosi e prestigiosi musicisti brasiliani.
Dall’Album
LINHA è stato tratto anche un singolo che da il nome al CD ed un
video clip, girato in Brasile tra Fortaleza ed il deserto di
Canoa Quebrada.
La nuova formazione:
SANDY
MÜLLER:
voce
CLAUDIO
PEZZOTTA:
chitarra
EMILIO
MERONE:
piano
LUCA
NOSTRO:
chitarra
MAURO
COLAVECCHI:
batteria
GUERINO
RONDOLONE:
basso
MARCUS
ACAUAN:
percussioni
Mi piace
iniziare a raccontarvi questo nuovo e, per me, entusiasmante
album di Sandy
Müller
leggendolo dall’ultima pagina, dalla fine.
Il suo
secondo lavoro, intitolato “Linha”, chiude con “Filho”,
una canzone che non passa inosservata all’ascolto di coloro
che amano profondamente la musica e che, nel tempo, hanno
avuto il coraggio, sentito il bisogno di entrare nel
processo creativo, scrivendo
un testo
o una melodia, da soli oppure insieme a qualcuno,
promiscuamente, unendo le parti, attaccandole come pezzi di
un puzzle che alla fine diventa una vera creatura, prende
forma e vita. La canzone è come un figlio, un pezzo di noi
del quale diventiamo avidi e possessivi ma che
paradossalmente desideriamo sulla bocca di tutti, causando
emozioni, vivendo con gli altri.
Sandy
Müller e Claudio Pezzotta rivelano in questo testo, con
l’ausilio di una musica densa, a tratti ipnotica, il loro
amore nei confronti di questa forma d’arte popolare che
trattano con la stessa devozione che si riserva ad un
figlio. E pur essendo stati il mezzo attraverso il quale è
venuto alla luce, questo loro figlio vive con chi vive
accanto a lui.
“Vorrei”
era la canzone che avrebbe dovuto portare Sandy e Claudio al
Festival di Sanremo 2007. Era particolarmente piaciuta al
caro e compianto amico e Maestro Sergio Bardotti, che mi
chiamò dopo averla ascoltata, eccitato e convinto delle
potenzialità della stessa. Melodia italiana al 100%,
rassicurante nel contesto per il quale è stata pensata ma,
nel suo mondo poetico, quasi trasgressiva.
“Estonteante”
invece, ci ricorda ancora una volta che la musica brasiliana
è l’incontro fra tutti i più vari stili e ritmi nati o
“sbarcati” centinaia di anni fa in Brasile, anche
contaminati da “soluzioni” arrivate da altre parti del
mondo, che si sposano perfettamente con gli elementi della
tradizione locale. E’ un rap, recitato da Sandy a due voci
con Marcelo Costa. Lontano dal samba e dalla bossanova,
l’atmosfera che si respira è certamente quella della forma
di comunicazione musicale più trasversale del pianeta,
impregnata di rock e del ritrovato “Repente” nordestino.
”Triste”
ha questo inizio di impostazione classica, quasi accademica.
Alle prime note sembra quasi una valsa che pian piano però
entra nella più tradizionale atmosfera bossanoviana. Non
fosse altro per il titolo, che ci rimanda all’epoca di
maggiore splendore di questo stile, la bossanova appunto,
questa “filosofia” musicale che da quando ha compiuto sulle
note della chitarra di Joao Gilberto, il suo primo giro del
mondo, negli anni sessanta, non si è più fermata.
“Tais
e quais”,
tali e quali. Due gocce, di sangue però, divise all’origine
e versate sui due lati del mondo vissuti da Sandy:
Mediterraneo e Tropici. Un po’ qui, un po’ là, ritornando a
scorrere e far pulsare il cuore dell’artista con un mix di
profumi, sapori, ritmi…
Un
Jazz-samba con tutte le carte in regola, dinamico e fresco.
Una delle canzoni che più evidenzia le potenzialità
compositive di Sandy e Claudio, brano che sembra essere
stato pensato dai due per il grande ritorno sulla scena
internazionale dei Manhattan Transfer.
“La
Novità”.
Un classico della musica brasiliana contemporanea, scritto
da Gilberto Gil e dai componenti di una delle band
brasiliane più famose, i Paralamas. Il testo è stato
adattato da Sandy e dal sottoscritto, cercando di farlo
aderire perfettamente alla geniale idea originale, che
racconta il paradosso di questa Sirena spiaggiata,
bellissima, bramata dagli affamati come soluzione per cena,
vista dai poeti come figura mitologica, desiderosi di
toccarla, trasformarla in rituale pagano, proprio come il
carnevale.
“Tamborim”,
strumento imprescindibile dal samba. A volte la melodia
nasce proprio dai primi colpi di bacchetta dati sulla sua
piccola cassa. Dall’anima di un grande percussionista come
Marcelo Costa, che ha prodotto con Claudio Pezzotta tutto
l’album, non poteva non prendere forma un arrangiamento in
cui il suono di questo strumento venisse fuori in crescendo,
prima da solista, poi coralmente, in quella che è poi, in
sostanza, la più brasiliana di tutte le canzoni di “Linha”.
“Saudade”.
E’ successo a molti di noi che amiamo il Brasile, prima o
poi, di chiedersi cosa volesse dire questa parola, alla
quale, e lo sono venuto a sapere dopo anni di ricerche, sta
veramente stretta, antipatica, la definizione di nostalgia.
Tutto e
nulla, o soltanto Saudade. Infinite parole per definire il
significato di una sola di queste, la più volubile di tutte,
sulla quale, però, si incastra tutto l’universo poetico
brasiliano. Sorprendenti la melodia e l’arrangiamento,
tipicamente rock, ambiente sul quale non pensava certo di
sentirsi chiamare.
”Bocca
di vetro”.
E’ dove Sandy e Claudio hanno portato la tipica fantasia
brasiliana. I mille colori del giorno e della notte, la
metafora della trasparenza di un tetto o di un ombrello, che
prima di servire per ripararsi, rappresentano la finestra
dell’artista sul mondo, prima che le cose e il mondo si
accorgano di lui. Un testo italiano molto naif, un inciso da
pop-ballad al quale si arriva con strofe lievemente poggiate
su una ritmica molto afro-jazz. Una perla.
“Jà
vi”.
Se, sulla scia del primo album “Sandy Müller” cercavate una
bossanova tradizionale, bene, eccovi accontentati. Atmosfere
felliniane nell’arrangiamento vocale, archi rassicuranti.
Tutto per sentirsi dire: “…seu destino è assim, sua vida è
pra mim…” (…il tuo destino sarà così…la tua vita è per me…)
, come ai bei tempi di Vinicius, Ary Barroso e Jobim.
“Monitor”.
La prima volta che l’ho ascoltata mi sono reso conto,
definitivamente, della inattesa svolta artistica presa da
Sandy e Claudio rispetto al primo album.
Sembra
dire: “…se nel nostro Brasile cercavate gli stereotipi
avete sbagliato acquisto…”.
Ringrazierei Sandy e Claudio per questa loro forte volontà
nel mostrarci i molteplici varchi verso il ricchissimo mondo
poetico e melodico della musica di questo paese, che possono
anche contenere riferimenti totalmente incoscienti, alla
Mogol/Battisti di “E’ un canto Brasileiro”.
E se dopo
essersi affacciati una sola volta, sentono già il desiderio
di mettersi in discussione, Caetano Veloso ci insegna che
questa attitudine è soltanto sintomo di ottima salute.
“Samba
lento”
viene dopo la title track. Brano a responsabilità
illimitata, considerando cosa si è ascoltato prima…Perché
tre minuti fa già, alle prime note di “Linha”, ci chiedevamo
dov’erano finite le atmosfere brasiliane più tradizionali,
trovando però inutile la domanda verso la fine dello stesso
brano, arrendendoci alla “manifestata superiorità” musicale
del duo. Che subito dopo ci tranquillizza con questo
samba/tango, rivelatore della loro profonda ammirazione nei
confronti di quel Caetano , che, col samba e col tango, ha
edificato il suo recente impero.
“Linha”.
Vivendo il dualismo personale ed intrasferibile di Sandy,
impareremo a vivere consapevoli e felici dei nostri mondi
binari, delle nostre indecisioni. Due lingue, due emisferi,
due realtà profondamente differenti, soprattutto se si
vivono sin dall’infanzia. Realtà dalle quali Sandy ha preso
le necessarie distanze, osservandole da lontano per
metabolizzarle. Succede ad ognuno di noi e non è necessario
vivere tra Brasile ed Italia per sentirsi profondamente
divisi.
“Linha” da
il titolo all’album, è già un videoclip musicale che
presenta al pubblico questo lavoro ed è anche il primo
singolo scelto, la canzone con la quale Sandy
Müller
e Claudio Pezzotta arrivano a questo loro secondo
appuntamento, con i piedi per terra.
Max De
Tomassi